CCNL Funzioni Locali: È L’Ora della Responsabilità, Non dei Tatticismi.

Sono sedici lunghi mesi che i lavoratori del comparto Funzioni Locali attendono il rinnovo del loro CCNL, scaduto il 31 dicembre 2021. Sedici mesi spesi tra tavoli, trattative e rinvii, con un ritornello costante: le risorse stanziate dal Governo sono insufficienti.

Sia chiaro: non neghiamo che le risorse attuali non bastino a colmare la perdita di potere d’acquisto. Ma sono risorse certe, già allocate e destinate al rinnovo 2022-2024.

E, come tutti ormai sappiamo, le risorse per le tornate contrattuali successive a questa sono già previste (2025-2027 e 2028-2030), ma, a differenza delle attuali, possono ancora essere discusse, potenziate e migliorate. A questo si collegano le ultime dichiarazioni del Governo, che ha finalmente riconosciuto un divario salariale inaccettabile tra le Funzioni Locali e il resto della Pubblica Amministrazione. Accogliamo con favore questa ammissione, arrivata dopo le nostre numerose istanze.

Ma qui urge un bagno di realtà: le eventuali risorse aggiuntive per colmare questo Gap potranno essere inserite al massimo nella Legge di Bilancio del 2026. Non sono oggi sul tavolo.

Dunque, la domanda è una sola, ed è brutale: vogliamo condannare i lavoratori a un vuoto contrattuale 2022-2024 che si estende fino al 2026? Questo significherebbe replicare, per assurdo, i quasi 10 anni di blocco che subimmo dal 2009 al 2018. Ma c’è una differenza di fondo, amarissima: allora il blocco fu imposto dal Governo di turno. Oggi lo sta imponendo una parte del sindacato.

Nel frattempo, cosa si guadagna? Nulla. Noi lavoratori restiamo senza gli aumenti, senza gli arretrati e, cosa più grave, senza le tutele e le regole che abbiamo già faticosamente negoziato.

Certo, è facile e populista fare barricate sventolando la bandiera delle “risorse insufficienti” e riducendo il dibattito al solo stipendio. Il lavoratore giustamente guarda al netto in busta paga. Chi insiste unicamente su questo aspetto sta giocando facile e raccontando mezza verità.

Un contratto, per chi fa questo mestiere, non è solo una cifra economica: è l’unico strumento che garantisce diritti, nuove tutele, regole organizzative, e passi avanti sulla sicurezza sul lavoro. Sono risultati che nascono dalle direttive che gli stessi lavoratori ci hanno affidato. Senza firma, tutto questo resta lettera morta.

Diciamocelo chiaramente: questa non è più una discussione sindacale, ma un blocco politico. C’è chi sta usando il contratto dei lavoratori per fare la guerra al Governo.

La CISL non ha tattiche, non ha schieramenti: noi siamo solo dalla parte dei lavoratori. La nostra unica responsabilità è dare risposte vere e veloci a chi ogni giorno manda avanti i servizi essenziali delle nostre comunità.

Per questo, da lavoratore e sindacalista, dico basta ai tatticismi. Ogni volta che devo rispondere “ancora no” alla domanda sulla firma, vedo la delusione dei colleghi e dei lavoratori trasformarsi in una rabbia sacrosanta. E non hanno torto.

La prossima trattativa del 14 ottobre è dietro l’angolo. La nostra posizione è cristallina: firmare adesso, restituire immediatamente ai lavoratori tutto ciò che è stato già negoziato e che spetta loro. E, subito dopo, con una base contrattuale solida, aprire con maggiore forza il tavolo per la prossima stagione contrattuale. Il 2026 è troppo tardi.

Maurizio Di Steffano
CISL FP Cuneo